Il conflitto in Medio Oriente, con le conseguenze che può avere e sta avendo nell’immediato sugli equilibri geopolitici della stessa area, e l’escalation della violenza in Palestina, non ci lasciano affatto indifferenti, anzi, ci preoccupano.

 Il 7 ottobre 2023, il braccio armato di ha sferrato un durissimo attacco contro i civili israeliani, atto che va fermamente condannato. Tuttavia, la risposta del Governo israeliano è stata e continua ad essere del tutto spropositata e ingiustificata perché l’azione militare israeliana e lo stato di assedio hanno portato a una catastrofe umanitaria senza precedenti. Tra impunità e immunità, con inaudita violenza, Israele attua politiche di espropriazione, di confisca di terre, di distruzione di case e strutture, cancellando, con leggi razziste i basilari diritti alla popolazione palestinese. La compassione e la memoria che rappresentavano una forma di risarcimento per il genocidio una volta subito, devono tramutarsi in condanna obbligatoria per il genocidio che oggi Israele perpetra ai danni del popolo palestinese.

Considerato che

  • Il 27 ottobre 2023 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato a maggioranza la risoluzione che chiede a tutte le parti coinvolte nel conflitto che siano rispettati “immediatamente e pienamente” gli obblighi previsti dalle leggi internazionali, umanitarie e sui diritti umani, “in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili” e l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza;
  • Negli ultimi 75 anni sono state approvate decine di risoluzioni ONU sulla questione israelo-palestinese totalmente disattese;
  • Gli accordi di Oslo, del 20 agosto 1993 e rettificati il 13 settembre dello stesso anno, conclusi tra il governo israeliano e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina mirano ad un processo di pacificazione nel territorio;

Dato atto che

  • a Gaza, Israele è potenza occupante in quanto esercita un’autorità di fatto sui confini terrestri, marini e aerei, controllandone l’accesso a persone, merci (compresi medicinali), acqua, fonti di energia e che l’articolo 42 della IV Convenzione dell’Aja del 1907, recita: «Un territorio è considerato come occupato quando si trovi posto di fatto sotto l’autorità dell’esercito nemico»;
  • l’attacco armato del 7 ottobre guidato da diretto anche contro civili, così come la successiva cattura di oltre 200 ostaggi civili, costituiscono aperte violazioni del diritto internazionale umanitario, specificamente codificate nel primo Protocollo aggiuntivo del 1977 della Convenzione di Ginevra. Ne derivano altresì possibili crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come sancito agli articoli 7 e 8 dello statuto della Corte Penale Internazionale;
  • il 9 ottobre 2023 il ministro della Difesa israeliano ha annunciato un assedio totale della Striscia di Gaza, che prevede anche la sospensione della fornitura di elettricità, cibo e acqua in quell’area;
  • il governo israeliano ha mobilitato 360.000 riservisti per l’intervento delle forze di terra all’interno della Striscia di Gaza;
  • La Striscia di Gaza è lunga 40 chilometri e larga da un minimo di quasi sette a un massimo di circa quindici chilometri, per una superficie totale di 365 kmq. Ha una popolazione di circa 2,3 milioni di persone, con una densità di 6.507 abitanti per kmq, una delle più elevate del pianeta, il che rende ancora più devastanti i bombardamenti a cui è sottoposta;
  • il 13 ottobre 2023 le Forze di difesa israeliane hanno chiesto l’evacuazione verso sud di circa 1,1 milioni di palestinesi che vivono nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza;
  • la sospensione della fornitura di elettricità, cibo, acqua e carburante alla Striscia di Gaza provoca un ulteriore deterioramento delle condizioni di vita nella regione, dal momento che la popolazione locale non è in grado di fuggire a causa della chiusura di ogni varco della Striscia di Gaza;
  • ad oggi oltre 31.341 palestinesi di Gaza sono stati uccisi, tra cui oltre 13.000 bambine/i e 9.000 donne, i feriti sono al momento 73.134 ( I dati riportati sono in continuo aggiornamento);
  • secondo l’OCHA delle Nazioni Unite 258 edifici scolastici, (oltre la metà degli edifici scolastici presenti a Gaza) tra cui almeno 20 scuole dell’UNRWA, due delle quali utilizzate come rifugi di emergenza per gli sfollati, sono stati colpiti e danneggiati da attacchi aerei;
  • dal 7 ottobre, nella Striscia di Gaza ci sono stati 49 attacchi contro l’assistenza sanitaria che hanno danneggiato 25 tra ospedali e altre strutture sanitarie. Si è resa pertanto necessaria l’evacuazione di tre ospedali ubicati nel nord di Gaza (BeitHanoun, HamadRehabilitation e Ad Dura). L’ospedale di Al Karama, a Gaza, ha subito gravi danni ed è stato messo fuori servizio dalle forze di occupazione israeliane che hanno preso di mira gli edifici vicini, provocandone il crollo.

Evidenziato che

  • L’azione del governo e dell’esercito israeliano non rispettano due dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: il principio di distinzione tra militari e civili, che impone di evitare di coinvolgere i civili nei combattimenti ed il principio di proporzionalità della risposta, in relazione agli effetti sulla popolazione civile dell’obiettivo militare che si vuole perseguire.
  • L’esercito israeliano, in base alle informazioni disponibili, sta violando almeno i seguenti articoli della IV Convenzione di Ginevra:
  • Art. 18 (divieto di attacco a ospedali civili);
  • Art. 20 (obbligo di protezione del personale addetto esclusivamente a ospedali civili);
  • Art. 21 (divieto di colpire trasporti di malati o feriti);
  • Art. 23 (libero passaggio per qualsiasi invio di medicamenti e di materiale sanitario, come pure per gli oggetti necessari alle funzioni religiose, destinati unicamente alla popolazione civile, anche se nemica; autorizzazione al passaggio di qualunque invio di viveri indispensabili, di capi di vestiario e di ricostituenti riservati ai fanciulli d’età inferiore ai quindici anni, alle donne incinte o alle puerpere);
  • Art. 33 (divieto di pene collettive, di qualsiasi misura d’intimazione o di terrorismo);
  • Art. 53 (divieto di distruzione di beni mobili o immobili appartenenti individualmente o collettivamente a persone private, allo Stato o a enti pubblici, a organizzazioni sociali o a cooperative, salvo nel caso in cui tali distruzioni fossero rese assolutamente necessarie dalle operazioni militari);
  • Art. 55 (dovere di assicurare il vettovagliamento della popolazione con viveri e medicinali; in particolare, viveri, medicinali e altri articoli indispensabili);
  • Art. 56 (dovere di assicurare e di mantenere, con il concorso delle autorità nazionali e locali, gli stabilimenti e i servizi sanitari e ospedalieri, come pure la salute e l’igiene pubbliche nel territorio occupato).

Il Consiglio Comunale di GIOVINAZZO

Condanna

tutte le azioni mosse a danno delle popolazioni civili in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.

Esprime

il suo più profondo dolore e piena solidarietà alle vittime innocenti, alle loro famiglie e ai loro cari.

Manifesta

forte preoccupazione per l’escalation militare, che si sta concretizzando con l’invasione della terra di Gaza, e che può degenerare in un allargamento del conflitto ad altri paesi dell’area, con conseguenze imprevedibili e incalcolabili per la pace e la sicurezza internazionali.

Ritiene

grave la decisione di quei paesi che hanno deciso di astenersi sulla risoluzione approvata il 27 Ottobre u.s. dall’Assemblea Generale dell’ONU in cui si chiedeva al primo punto una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata” a Gaza.

Chiede

che il Governo italiano e le istituzioni europee si impegnino, in tutte le sedi nazionali ed internazionali, per ottenere:

  • che tutti i responsabili di violazioni del diritto internazionale siano chiamati a rispondere presso le sedi giudiziarie opportune;
  • un immediato cessate il fuoco generale a Gaza e in tutta la Striscia, in Cisgiordania e in Libano;
  • il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, la costituzione e l’invio di un “forza di pace” dell’Onu in Palestina e la convocazione di una Conferenza Internazionale di Pace;
  • la fine immediata del blocco dei beni e dei servizi fondamentali (acqua potabile, luce, carburante, cibo, medicine in primis) inflitto alla popolazione civile di Gaza;
  • l’avvio di una trattativa internazionale per il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, a partire dai soggetti più vulnerabili, e il rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti per motivi politici o irregolarmente prigionieri nelle carceri israeliane;
  • l’apertura di corridoi umanitari per chiunque voglia lasciare Gaza;
  • l’avvio di operazioni di solidarietà internazionale per la popolazione sfollata dentro Gaza, che ha visto la propria abitazione distrutta dai bombardamenti.

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