Caro Francesco, così non vale…
Andarsene così, lasciandoci sperduti, proprio non vale.
Ti ho ascoltato vivere nei ricordi di chi oggi prova a raccontarti. Ho già visto gli sciacalli banchettare sul tuo nome, affilare le lingue e prepararsi, famelici, al conclave del dopo-te. Così non vale.
Non vale lasciarci senza guida, proprio ora, in questo tempo fragile, quando il mondo ha sete di pace e i venti di guerra soffiano senza vergogna.

Così non vale, Francesco.
E chi verrà dopo di te saprà davvero reggere il peso di questa eredità? Avrà la forza di stare, come hai fatto tu, dalla parte degli ultimi, o si rifugerà tra le braccia dei potenti?
Così non vale, perché il mondo oggi perde l’unico appiglio che aveva e resta a vagare, smarrito, nel buio dell’attesa, senza sapere chi prenderà il tuo posto, e temendo, in fondo al cuore, che nessuno sarà come te.
Non vale così, Francesco. Non vale.
Eppure, tra tutte queste parole, una sola non voglio dimenticare: grazie.
Grazie per esserci stato.

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